WE ARE BAAAAAAACK!!!!!!!!!!
E, lasciatemelo dire, pure col botto!
Quest'anno, gli autori ci hanno introdotto alla sesta stagione con una premiere da urlo. E, se lo dico io che sono una criticona, possiamo crederci. Certo, ho il sospetto che mi abbiano ammorbidita con lo speciale pre-puntata che, riproponendo immagini delle vecchie stagioni, mi ha travolta di feels come manco un camion con rimorchio.
No, scherzo, scherzo. E' stato un episodio davvero bello!
E, cosa ancora più sorprendente, lo è stato sotto tutti i punti di vista.
Partiamo con le considerazioni generali.
Vi confesso che il mio timore più grande era che si riproponesse lo stesso schema del centesimo episodio, tutto incentrato su un personaggio nonostante fosse una premiere di metà stagione. Sarò strana io, eh, ma a mio avviso le premiere e gli episodi finali devono dedicare spazio a tutti i protagonisti dello show (chi più, chi meno). L'idea che, in puntate così importanti per la trama, si lascino indietro alcuni aspetti della storia a favore di uno soltanto mi innerva, come diceva una signora del Belgio quando veniva in vacanza da noi. E' come ridurre l'intera, fittissima rete di intrecci che si è creata negli anni ad una sola parte, mancando di rispetto a tutto il resto e alle rispettive parti del fandom. Innamorarsi di Once Upon A Time significa avere un amore innato per le favole, per la magia, per la speranza e i buoni valori; ci stanno le preferenze, è chiaro, ma non si può pretendere di ridurre uno show corale a un solo protagonista o a una sola coppia.
Sarebbe come un racconto a metà!
E il fatto, con Once, è che siamo in presenza di un gran bel racconto, uno di quelli in cui ti importa, sì, del protagonista e del coprotagonista, ma che suscita un amore e un appassionamento così unico e viscerale che, alla fine, vuoi sapere perfino cosa è accaduto al barbone menzionato in quella riga, di quel capitolo, di quel paragrafo. Ecco perché mi sono sentita soddisfatta di vedere il tempo equamente ripartito tra le due punte di diamante dello show (Emma e Regina), i Rumbelle, gli Snowing e i Captain Swan. E' stato come tornare a respirare l'aria frizzante delle prime stagioni, quando gli autori raccontavano davvero quello che sentivano nel cuore perché il fanservice era un miraggio ancora molto lontano.
Dovessi spiegarvi a parole quanto sono felice e fiera di questo episodio, non ci riuscirei davvero. Posso solo dirvi che, nonostante mi aspettasse una giornata piena, ho fatto la nottata con estremo piacere e non ho sentito nemmeno la stanchezza. E' stato tutto perfetto, tutto naturale, tutto piacevole: era uno di quegli episodi che ti fanno desiderare di condividere con gli altri e io, tra pagina, cellulare ed evento, l'ho fatto. A proposito, ciurma, siete dei compagni di viaggio impareggiabili. Non so proprio come avrei fatto senza questa pagina e le persone che mi ha fatto conoscere, alcune delle quali adoro come se le conoscessi da sempre.
Ah, la magia di OUAT!
L'episodio inizia con un cockblocking mostruoso,
della serie che nemmeno Brontolo sarebbe stato in grado di raggiungere simili livelli di epicità. Dopo essere stati separati a lungo, i nostri Captain Swan si ritrovano finalmente da soli, nella casa che Killian aveva scelto per loro prima che tutto precipitasse, e diciamo che si stanno dando da fare. Lo avete sentito anche voi il sottofondo di hallelujah alla Sister Act? Perché io l'ho sentito, cantato e ballato. Ancora adesso, quando rivedo la scena, mi parte l'Iwillfollowhiiiiiim. Ho adorato - prima che tutto venisse brutalmente interrotto - la spontaneità della scena sotto ogni punto di vista: le espressioni di Colin molto alla Hook della seconda stagione, le riserve di Emma che si preoccupa di 50mila cose nonostante abbia un manzo a disposizione, la risata di Jen, la passione che trapelava dalle movenze... Era un aspetto dei CS che mi era tanto mancato, la passione!
Nelle ultime stagioni, ci eravamo abituati a vederli teneri, dolci, romantici, a volte arrabbiati, distanti, intrappolati in una rete di reciproci inganni (a fin di bene); e, per quanto mi piacciano anche queste versioni di loro, non posso negare di aver sentito immensamente la mancanza delle dinamiche alla Neverland, quando si mangiavano con uno sguardo e, nel guardarli, le ovaie facevano un volo di sola andata per schiantarsi contro lo schermo. Se c'è una cosa che li ha sempre distinti da tutte le altre coppie del telefilm, infatti, è che tra di loro è sempre scorso quel fiume di attrazione, lussuria, tensione sessuale che potevi quasi toccare con mano. Io devo ancora essere defibrillata se penso ad alcuni sguardi delle prime stagioni, eh!
L'unica cosa su cui ho da lamentarmi - oltre al cockblocking - è che i due si siano interrotti e siano corsi a vedere cosa fosse quel dirigibile che aveva fatto tremare tutta Storybrooke. Insomma, dopo aver appurato che non fosse un terremoto, potevano pure tornare a quello che stavano facendo e completare l'opera. Che, magari, Emma sfogava un po' di tensione e il problema del tremore non si presentava neppure. La butto lì!
Ad ogni modo, grazie alla solerzia dei nostri due eroi,
scopriamo cosa c'è su quel dirigibile: viene diretto dal Regno delle Storie Mai Raccontate per diretta volontà di Hyde, cui Gold ha consegnato le chiavi della città in cambio dell'informazione di cui aveva bisogno per svegliare Belle. Emma e Regina provano, forse un po' ingenuamente, a intrappolare il nuovo sindaco, ma il loro tentativo non va a buon fine. Si vedono costretti, dunque, a giocare in difesa e si danno alla ricerca dei nuovi arrivati a bordo del dirigibile.
E' qui che, per la prima volta, si manifestano i sintomi di Emma, che, secondo una terminologia moderna, definiremmo sindrome da stress post-traumatico: il rumore di un contenitore in rame che urta il pavimento le scatena le visioni di un combattimento della quale è protagonista e la sua mano destra comincia improvvisamente a tremare. Sconvolta, in un atteggiamento che tanto le appartiene, si allontana dalle persone che la amano per affrontare da sola ciò che la sta tormentando.
Ecco, su Emma vorrei soffermarmi con un particolare interesse
e, nel farlo, voglio partire da due citazioni che potrebbero rinfrescare la memoria a chi continua a lamentarsi del comportamento di Emma nei confronti di Killian e dei suoi cari. Se proprio devo dirvela tutta, io, questo atteggiamento di critica aspra verso Emma, qualsiasi cosa faccia, non lo tollero nemmeno un po': mi sembra che si dimentichi tutto quello che ha fatto e che ha sofferto, spesso a causa o in favore degli altri.
"Guarda l'ironia della sorte: è stato necessario che diventassi un eroe per sconfiggerti. E' questo, del resto, il destino di tutti i Salvatori: dare, dare e ancora dare... E per cosa, poi? Gli altri raccolgono i frutti, potano i rami e tutto ciò che rimane è un busto tremante. Sempre. E' per questo che non sentirai mai dire di un Salvatore che 'visse per sempre felice e contento'."
"Hai combattuto cattivi per anni senza mai fermarti. Quando ti incontrai tanti anni fa, non avevi altro che mura attorno a te per proteggerti. E, da allora, con Henry, la tua famiglia e Uncino, quelle mura sono venute giù. Questa è una cosa positiva, ma significa anche affrontare i danni collaterali di tutte quelle lotte."
Sono due battute - pronunciate rispettivamente da Jafar ad Aladdin e da Archie ad Emma - che riassumono in modo perfetto e spiegano il perché del comportamento di Emma. Non solo cosa le stia causando questo malessere generale, ma, soprattutto, in quale posizione lei si trovi. A me già stupisce il fatto che ci sia gente in grado di criticarla dopo aver visto 6 stagioni Once Upon A Time, perché mi viene il dubbio di aver visto un telefilm diverso dal loro, un telefilm in cui Emma non si è mai risparmiata e ha dato tutto di sé fin quasi a svuotarsi. Che ci siano persone in grado di dirsi deluse da lei, dal modo in cui è stata scritta e dalla sua reazione... Boh, a me sale proprio la violenza!
Perché il fatto di non comprenderla potrebbe anche starci, badate bene. Ognuno ha il proprio carattere e non pretendo che tutti abbiano un'affinità con il modo di agire, pensare e reagire di Emma, per carità.
La cosa che mi urta di più è leggere 'povero Killian'.
Povero Killian? Povero Killian?
Ma, dico, stiamo scherzando? In un momento come questo, in cui Emma sta facendo i conti con le sofferenze che ha patito e non si è mai concessa di analizzare, in cui Emma è costretta a saldare il conto dei suoi infiniti sacrifici col prezzo più alto, voi avete il coraggio di commiserare Killian e di vedere nel comportamento di Emma un atteggiamento deprecabile? E la cosa più assurda - la beffa nella beffa - è che queste parole provengano prevalentemente dalle donne.
Ma di cosa stiamo parlando?
L'unica spiegazione che riesco a darmi è che - per vostra fortuna, enorme fortuna - non abbiate mai attraversato (direttamente o indirettamente) il calvario di perdere la via verso se stessi. E' un percorso così sfibrante che, d'un tratto, ti trovi in bilico sull'orlo del precipizio e l'idea di cadere è quasi più allettante di quella di lottare ancora, ancora e ancora. Ve lo dico con tutta la franchezza di cui sono capace dopo aver vissuto - ahimè, sia direttamente che indirettamente - un'esperienza simile: non esiste lutto più grande del perdere se stessi, del guardarsi dentro e non riconoscere nulla se non le sembianze di un estraneo che ti osserva con espressione vacua. E' una sensazione così terrificante che non importa quante persone care tu abbia accanto a dirti che tutto andrà meglio, che non sei solo, che supererai anche questa perché sei più forte di ciò che ti sta capitando: quel malessere, quel senso di costante incertezza non si allevia di un solo grammo. E' come trovarsi in un posto desolato e perdere i punti cardinali, quando la desolazione ce l'hai dentro e il posto in cui ti trovi dovresti conoscerlo - perché sei tu - ma non ci riesci.


[Source:http://swanshope.tumblr.com/]
Emma Swan è la Salvatrice e, come tale, è abituata a salvare, a prendersi cura degli altri, non il contrario. Ed è un ruolo tanto più crudele, se pensate a come ha manipolato la sua esistenza dal giorno in cui è venuta al mondo (portandola via dai suoi cari) e al fatto che nessuno, per 28 anni, si sia preso cura di lei. Ha vissuto in un sistema malato e mal funzionante, un sistema fatto di abusi e rifiuti dove non sei mai abbastanza per essere salvato. E, quando un giorno il figlio che aveva dato in adozione torna per riportarla alla sua vera vita, il carico sulle sue spalle finisce per appesantirsi di una responsabilità troppo grande per una sola persona: quella di restituire il lieto fine a chiunque ne abbia bisogno.
Storybrooke, Foresta Incantata, Camelot, Isola che non c'è, Oltretomba:
dovunque sia stata, non è mai venuta meno al suo dovere.
Non so se abbiate mai visto il film "Il favoloso mondo di Amelie" (ve lo consiglio),
ma c'è un passaggio bellissimo in cui Amelie (la protagonista) sta commentando col suo vicino il quadro "Colazione dei canottieri" di Renoir. La loro attenzione si sofferma sulla ragazza con il bicchiere d'acqua e sul suo ruolo all'interno del quadro. Amelie dice all'uomo che probabilmente la ragazza sta in disparte perché "si fa in quattro per risolvere i pasticci della vita degli altri". Ecco come risponde lui:
"Sì, ma lei? Dei pasticci della sua vita, chi è che se ne occupa?"
Aggiungiamo a tutto questo che ha scoperto di dover morire e che non c'è nulla che possa fare per cambiare questo risultato, e che ha pure scoperto di non essere l'unica Salvatrice ma una delle tante, e direi che ha giusto un centinaio di motivi per essere compresa. Il fatto che abbia deciso di non condividere quello che sta affrontando con la sua famiglia non può essere valutato in termini di giusto o sbagliato, perché è una scelta troppo personale. Ci sono dolori, traumi, dubbi, paure che si fatica ad accettare perfino con se stessi, figurarsi con chi amiamo e non vogliamo assolutamente allarmare. Non è una questione di mancanza di fiducia, né si tratta di ridimensionare il rapporto sotto una luce meno intensa. Prima di essere una fidanzata, una figlia, una madre, un'amica, Emma è Emma, una persona che deve a se stessa quantomeno il tempo di affrontare le cose come meglio crede. Anche perché, nel suo ruolo di Salvatrice, l'idea di cagionare agli altri preoccupazione e sofferenza - sapendo che questi derivano proprio da lei - dev'essere devastante. Un po' come per Charming, quando fu colpito dalla freccia imbevuta di Sognombra sull'Isola che non c'è: non voleva mentire a Bianca e alla sua famiglia perché non si fidava di loro, tutt'altro: voleva proteggerli dal dolore e dalla preoccupazione che li avrebbero colpiti, se avessero saputo che era spacciato.
Quello che vi chiedo è di non essere sempre duri con lei solo perché non la capite
e di provare a vedere, fosse anche per un solo istante, Emma con gli occhi con cui la vedo io, cancellando le riserve e lasciando che le mie parole penetrino nel vostro cuore e nella vostra mente. A quel punto, dovreste vederla in tutto il suo danneggiato splendore e in voi dovrebbe accendersi solo il desiderio di proteggerla, non di demolirla.
Penso di aver detto a sufficienza, ma aggiungo che Killian sarebbe fiero di voi se riusciste a vederla in questo modo... Chissà che così il messaggio non penetri meglio! =P
[Source: http://once-upon-a-captain-swan.tumblr.com/]
Quanto ai Rumbelle... AHHHHHHH!
Da quanto tempo non erano così belli e freschi negli sviluppi di trama?
Le loro interazioni sono state un perfetto connubio tra ciò che ho sempre amato di loro - la poesia del passato, quando erano davvero la Bella e la Bestia - e ciò che avrei sempre voluto vedere. Erano davvero pura magia in quel sogno fatto di inganni, forse perché Tremotino in versione bestia recupera quel fascino che Gold decisamente non ha. Quando guardo al primo, vedo, sì, un essere consumato dall'oscurità delle sue smanie, ma vedo ancora quell'uomo alla disperata ricerca di un modo per tornare da suo figlio; in Gold, invece, vedo la rassegnazione di chi ha ceduto alla propria dipendenza e, pur di assecondarla, non si cura di quanto male possa provocare agli altri. Senza considerare che Robert interpreta Tremotino in una maniera così sublime da aver reso il suo personaggio, che nella mia mente occupava un vago ricordo, come uno dei più rilevanti a livello favolistico: è stato capace di riempirlo di sfumature che nemmeno quello delle storie che ci raccontavano da bambini aveva. E' stato bello rivederlo, lui e la sua capacità di strappare sempre una risata!
La cosa che mi ha maggiormente colpita, però, è stata la svolta che ha preso la trama:
quello che credevamo essere Morfeo era nientepopodimeno che il figlio non ancora nato dei Rumbelle. WAIT WHAT?! Mi inchino al cospetto di cotanta genialità. Al di là del fatto che sia stata un'idea brillante e del tutto sorprendente, la grazia di quel bacio di Vero Amore dato a Belle dal bambino che porta in grembo non è possibile da descrivere o commentare. Credo di aver guardato tutta la scena con l'espressione alla Sebastian della Sirenetta, solo che non c'era nessuno Scuttle a rialzarmi la mandibola da terra. Dico solo WOW, davvero. Anche perché ho finalmente visto in Belle quella risolutezza che, in passato, aveva sempre tentennato di fronte alla sua speranza di vedere l'uomo che ama cambiare. Il suo sguardo era diverso, deciso, forte di un amore così grande (quello per suo figlio) che non può essere deluso. Che lei non vuole deludere.
Stavolta, la vedo dura per Gold e devo aggiungere che, per quanto lo odi, mi ha fatto tenerezza sentirgli dire "Ho perso mio figlio prima ancora che sia nato". Nemmeno vi dico il magone quando ha nominato Neal e l'errore che ha commesso lasciandolo andare.
[Source: http://thechloris.tumblr.com/]
Quanto a Regina, posso avere un applauso?
Erano secoli che il suo personaggio non era scritto così bene e che Lana non veniva messa nelle condizioni di esplorare questa nuova Regina e darle il nuovo volto che merita, libero dal fardello della sua metà cattiva. E' stato tutto così lineare, bello e calzante da tenermi incollata alle vicende senza il minimo senso di stanchezza, come invece era accaduto in passato.
Le sue dinamiche con Zelena sono state giostrate e interpretate benissimo: due sorelle che si sono combattute a lungo e ritrovatesi da poco, ne hanno ancora di strada davanti prima di trovare il loro equilibrio; sarebbe stato sciocco pensare che, dalla sera alla mattina, diventassero inseparabili e al bando tutti i dissapori sottesi al loro passato ancora così vicino. E ho amato anche la scelta fatta per il fulcro dei rispettivi dissapori. Regina ha ragione ad avercela con Zelena, perché ha male utilizzato la fiducia che la prima aveva riposto in lei ponendo le basi per il dramma che si è consumato dopo. Certo, mi pare un po' esagerato attribuire la colpa per la morte di Robin a Zelena, ma Regina vive l'irrazionalità di un dolore grande ed è tutto così pienamente comprensibile. D'altro canto, Zelena - che proprio sana di mente non è mai stata - le ha recriminato di aver cercato l'aiuto di Biancaneve per prendere una scelta così importante per lei quale quella di liberarsi della Regina Cattiva: io capisco il suo desiderio di vivere il rapporto da sorelle al massimo, ma dovrebbe anche capire che lei è arrivata nella sua vita da poco, mentre le dinamiche tra Bianca e Regina affondano le loro radici in un lontanissimo passato. Non può aspettarsi di essere la spalla della sorella per il solo fatto di essersi ritrovate. I legami richiedono tempo e duro lavoro, perché il fatto di condividere lo stesso sangue è ben lungi dal costituire una garanzia. Posso dire con certezza che il sangue non è un vincolo sufficiente a garantire la positività e durevolezza di un rapporto e che, spesso, persone col patrimonio genetico diverso dal tuo possono diventare la migliore famiglia che potessi mai desiderare.
A proposito di questo, la bellezza di Bianca e Regina non si può dire a parole.
I momenti tra di loro sono quelli che aspetto con più ansia, perché ho come l'impressione di tornare indietro nel tempo a quando Regina salvò quella piccola sconosciuta che rischiava di essere disarcionata dal cavallo e fare una brutta fine. Quello che Bianca dice alla sua nemica-amica di lunga data a fine episodio è vero: anch'io rivedo in Biancaneve molti degli aspetti che, in passato, appartenevano a Regina, la donna che le ha insegnato cosa sia il Vero Amore e quanto valga la pena combattere per esso. E amo come, allo stesso tempo, proprio Regina prenda ispirazione da Biancaneve e dalla sua bontà e capacità di perdono. C'è tanta ammirazione quando le chiede come abbia fatto ad andare avanti, a resistere nel periodo in cui l'ha perseguitata, dopo averla privata delle persone a lei più care, e, se possibile, la lacrima della Goodwin ha reso ancora più emozionante una scena che già di suo aveva una portata emotiva pazzesca.
A proposito di questa scena, volevo rivelarvi una chicca che ho appena scoperto.
Non so se avete presente la piuma che, quando Regina e Bianca si avviano a braccetto verso l'edificio comunale, cade piano sulla panchina. Ecco, io pensavo fosse un mero riferimento a Robin e, invece, potrebbe avere un significato ancora più profondo. In un'intervista, infatti, pare che Lana abbia rivelato il senso del tatuaggio a forma di piuma che ha sul polso: "Questa è una piuma che ha avuto molta importanza per me sin da quando avevo 23 anni. E' arrivata in un momento in cui stavo mettendo in dubbio molte cose nella mia vita, un momento particolarmente intenso. E' anche un simbolo di speranza per me."
Chissà che Lana non abbia a che fare con questa scelta.
Se così fosse, considerato il discorso di speranza di Regina, trovo la scena un tocco di classe di infinita tenerezza.
[Source: http://ouatuniversegraphic.tumblr.com/]
Ci sono altre piccole notazioni che vorrei fare:
Quest'anno, gli autori ci hanno introdotto alla sesta stagione con una premiere da urlo. E, se lo dico io che sono una criticona, possiamo crederci. Certo, ho il sospetto che mi abbiano ammorbidita con lo speciale pre-puntata che, riproponendo immagini delle vecchie stagioni, mi ha travolta di feels come manco un camion con rimorchio.
No, scherzo, scherzo. E' stato un episodio davvero bello!
E, cosa ancora più sorprendente, lo è stato sotto tutti i punti di vista.
Partiamo con le considerazioni generali.
Vi confesso che il mio timore più grande era che si riproponesse lo stesso schema del centesimo episodio, tutto incentrato su un personaggio nonostante fosse una premiere di metà stagione. Sarò strana io, eh, ma a mio avviso le premiere e gli episodi finali devono dedicare spazio a tutti i protagonisti dello show (chi più, chi meno). L'idea che, in puntate così importanti per la trama, si lascino indietro alcuni aspetti della storia a favore di uno soltanto mi innerva, come diceva una signora del Belgio quando veniva in vacanza da noi. E' come ridurre l'intera, fittissima rete di intrecci che si è creata negli anni ad una sola parte, mancando di rispetto a tutto il resto e alle rispettive parti del fandom. Innamorarsi di Once Upon A Time significa avere un amore innato per le favole, per la magia, per la speranza e i buoni valori; ci stanno le preferenze, è chiaro, ma non si può pretendere di ridurre uno show corale a un solo protagonista o a una sola coppia.
Sarebbe come un racconto a metà!
E il fatto, con Once, è che siamo in presenza di un gran bel racconto, uno di quelli in cui ti importa, sì, del protagonista e del coprotagonista, ma che suscita un amore e un appassionamento così unico e viscerale che, alla fine, vuoi sapere perfino cosa è accaduto al barbone menzionato in quella riga, di quel capitolo, di quel paragrafo. Ecco perché mi sono sentita soddisfatta di vedere il tempo equamente ripartito tra le due punte di diamante dello show (Emma e Regina), i Rumbelle, gli Snowing e i Captain Swan. E' stato come tornare a respirare l'aria frizzante delle prime stagioni, quando gli autori raccontavano davvero quello che sentivano nel cuore perché il fanservice era un miraggio ancora molto lontano.
Dovessi spiegarvi a parole quanto sono felice e fiera di questo episodio, non ci riuscirei davvero. Posso solo dirvi che, nonostante mi aspettasse una giornata piena, ho fatto la nottata con estremo piacere e non ho sentito nemmeno la stanchezza. E' stato tutto perfetto, tutto naturale, tutto piacevole: era uno di quegli episodi che ti fanno desiderare di condividere con gli altri e io, tra pagina, cellulare ed evento, l'ho fatto. A proposito, ciurma, siete dei compagni di viaggio impareggiabili. Non so proprio come avrei fatto senza questa pagina e le persone che mi ha fatto conoscere, alcune delle quali adoro come se le conoscessi da sempre.
Ah, la magia di OUAT!
L'episodio inizia con un cockblocking mostruoso,
della serie che nemmeno Brontolo sarebbe stato in grado di raggiungere simili livelli di epicità. Dopo essere stati separati a lungo, i nostri Captain Swan si ritrovano finalmente da soli, nella casa che Killian aveva scelto per loro prima che tutto precipitasse, e diciamo che si stanno dando da fare. Lo avete sentito anche voi il sottofondo di hallelujah alla Sister Act? Perché io l'ho sentito, cantato e ballato. Ancora adesso, quando rivedo la scena, mi parte l'Iwillfollowhiiiiiim. Ho adorato - prima che tutto venisse brutalmente interrotto - la spontaneità della scena sotto ogni punto di vista: le espressioni di Colin molto alla Hook della seconda stagione, le riserve di Emma che si preoccupa di 50mila cose nonostante abbia un manzo a disposizione, la risata di Jen, la passione che trapelava dalle movenze... Era un aspetto dei CS che mi era tanto mancato, la passione!
Nelle ultime stagioni, ci eravamo abituati a vederli teneri, dolci, romantici, a volte arrabbiati, distanti, intrappolati in una rete di reciproci inganni (a fin di bene); e, per quanto mi piacciano anche queste versioni di loro, non posso negare di aver sentito immensamente la mancanza delle dinamiche alla Neverland, quando si mangiavano con uno sguardo e, nel guardarli, le ovaie facevano un volo di sola andata per schiantarsi contro lo schermo. Se c'è una cosa che li ha sempre distinti da tutte le altre coppie del telefilm, infatti, è che tra di loro è sempre scorso quel fiume di attrazione, lussuria, tensione sessuale che potevi quasi toccare con mano. Io devo ancora essere defibrillata se penso ad alcuni sguardi delle prime stagioni, eh!
L'unica cosa su cui ho da lamentarmi - oltre al cockblocking - è che i due si siano interrotti e siano corsi a vedere cosa fosse quel dirigibile che aveva fatto tremare tutta Storybrooke. Insomma, dopo aver appurato che non fosse un terremoto, potevano pure tornare a quello che stavano facendo e completare l'opera. Che, magari, Emma sfogava un po' di tensione e il problema del tremore non si presentava neppure. La butto lì!
Ad ogni modo, grazie alla solerzia dei nostri due eroi,
scopriamo cosa c'è su quel dirigibile: viene diretto dal Regno delle Storie Mai Raccontate per diretta volontà di Hyde, cui Gold ha consegnato le chiavi della città in cambio dell'informazione di cui aveva bisogno per svegliare Belle. Emma e Regina provano, forse un po' ingenuamente, a intrappolare il nuovo sindaco, ma il loro tentativo non va a buon fine. Si vedono costretti, dunque, a giocare in difesa e si danno alla ricerca dei nuovi arrivati a bordo del dirigibile.
E' qui che, per la prima volta, si manifestano i sintomi di Emma, che, secondo una terminologia moderna, definiremmo sindrome da stress post-traumatico: il rumore di un contenitore in rame che urta il pavimento le scatena le visioni di un combattimento della quale è protagonista e la sua mano destra comincia improvvisamente a tremare. Sconvolta, in un atteggiamento che tanto le appartiene, si allontana dalle persone che la amano per affrontare da sola ciò che la sta tormentando.
Ecco, su Emma vorrei soffermarmi con un particolare interesse
e, nel farlo, voglio partire da due citazioni che potrebbero rinfrescare la memoria a chi continua a lamentarsi del comportamento di Emma nei confronti di Killian e dei suoi cari. Se proprio devo dirvela tutta, io, questo atteggiamento di critica aspra verso Emma, qualsiasi cosa faccia, non lo tollero nemmeno un po': mi sembra che si dimentichi tutto quello che ha fatto e che ha sofferto, spesso a causa o in favore degli altri.
"Guarda l'ironia della sorte: è stato necessario che diventassi un eroe per sconfiggerti. E' questo, del resto, il destino di tutti i Salvatori: dare, dare e ancora dare... E per cosa, poi? Gli altri raccolgono i frutti, potano i rami e tutto ciò che rimane è un busto tremante. Sempre. E' per questo che non sentirai mai dire di un Salvatore che 'visse per sempre felice e contento'."
"Hai combattuto cattivi per anni senza mai fermarti. Quando ti incontrai tanti anni fa, non avevi altro che mura attorno a te per proteggerti. E, da allora, con Henry, la tua famiglia e Uncino, quelle mura sono venute giù. Questa è una cosa positiva, ma significa anche affrontare i danni collaterali di tutte quelle lotte."
Sono due battute - pronunciate rispettivamente da Jafar ad Aladdin e da Archie ad Emma - che riassumono in modo perfetto e spiegano il perché del comportamento di Emma. Non solo cosa le stia causando questo malessere generale, ma, soprattutto, in quale posizione lei si trovi. A me già stupisce il fatto che ci sia gente in grado di criticarla dopo aver visto 6 stagioni Once Upon A Time, perché mi viene il dubbio di aver visto un telefilm diverso dal loro, un telefilm in cui Emma non si è mai risparmiata e ha dato tutto di sé fin quasi a svuotarsi. Che ci siano persone in grado di dirsi deluse da lei, dal modo in cui è stata scritta e dalla sua reazione... Boh, a me sale proprio la violenza!
Perché il fatto di non comprenderla potrebbe anche starci, badate bene. Ognuno ha il proprio carattere e non pretendo che tutti abbiano un'affinità con il modo di agire, pensare e reagire di Emma, per carità.
La cosa che mi urta di più è leggere 'povero Killian'.
Povero Killian? Povero Killian?
Ma, dico, stiamo scherzando? In un momento come questo, in cui Emma sta facendo i conti con le sofferenze che ha patito e non si è mai concessa di analizzare, in cui Emma è costretta a saldare il conto dei suoi infiniti sacrifici col prezzo più alto, voi avete il coraggio di commiserare Killian e di vedere nel comportamento di Emma un atteggiamento deprecabile? E la cosa più assurda - la beffa nella beffa - è che queste parole provengano prevalentemente dalle donne.
Ma di cosa stiamo parlando?
L'unica spiegazione che riesco a darmi è che - per vostra fortuna, enorme fortuna - non abbiate mai attraversato (direttamente o indirettamente) il calvario di perdere la via verso se stessi. E' un percorso così sfibrante che, d'un tratto, ti trovi in bilico sull'orlo del precipizio e l'idea di cadere è quasi più allettante di quella di lottare ancora, ancora e ancora. Ve lo dico con tutta la franchezza di cui sono capace dopo aver vissuto - ahimè, sia direttamente che indirettamente - un'esperienza simile: non esiste lutto più grande del perdere se stessi, del guardarsi dentro e non riconoscere nulla se non le sembianze di un estraneo che ti osserva con espressione vacua. E' una sensazione così terrificante che non importa quante persone care tu abbia accanto a dirti che tutto andrà meglio, che non sei solo, che supererai anche questa perché sei più forte di ciò che ti sta capitando: quel malessere, quel senso di costante incertezza non si allevia di un solo grammo. E' come trovarsi in un posto desolato e perdere i punti cardinali, quando la desolazione ce l'hai dentro e il posto in cui ti trovi dovresti conoscerlo - perché sei tu - ma non ci riesci.


[Source:http://swanshope.tumblr.com/]
Emma Swan è la Salvatrice e, come tale, è abituata a salvare, a prendersi cura degli altri, non il contrario. Ed è un ruolo tanto più crudele, se pensate a come ha manipolato la sua esistenza dal giorno in cui è venuta al mondo (portandola via dai suoi cari) e al fatto che nessuno, per 28 anni, si sia preso cura di lei. Ha vissuto in un sistema malato e mal funzionante, un sistema fatto di abusi e rifiuti dove non sei mai abbastanza per essere salvato. E, quando un giorno il figlio che aveva dato in adozione torna per riportarla alla sua vera vita, il carico sulle sue spalle finisce per appesantirsi di una responsabilità troppo grande per una sola persona: quella di restituire il lieto fine a chiunque ne abbia bisogno.
Storybrooke, Foresta Incantata, Camelot, Isola che non c'è, Oltretomba:
dovunque sia stata, non è mai venuta meno al suo dovere.
Non so se abbiate mai visto il film "Il favoloso mondo di Amelie" (ve lo consiglio),
ma c'è un passaggio bellissimo in cui Amelie (la protagonista) sta commentando col suo vicino il quadro "Colazione dei canottieri" di Renoir. La loro attenzione si sofferma sulla ragazza con il bicchiere d'acqua e sul suo ruolo all'interno del quadro. Amelie dice all'uomo che probabilmente la ragazza sta in disparte perché "si fa in quattro per risolvere i pasticci della vita degli altri". Ecco come risponde lui:
"Sì, ma lei? Dei pasticci della sua vita, chi è che se ne occupa?"
Aggiungiamo a tutto questo che ha scoperto di dover morire e che non c'è nulla che possa fare per cambiare questo risultato, e che ha pure scoperto di non essere l'unica Salvatrice ma una delle tante, e direi che ha giusto un centinaio di motivi per essere compresa. Il fatto che abbia deciso di non condividere quello che sta affrontando con la sua famiglia non può essere valutato in termini di giusto o sbagliato, perché è una scelta troppo personale. Ci sono dolori, traumi, dubbi, paure che si fatica ad accettare perfino con se stessi, figurarsi con chi amiamo e non vogliamo assolutamente allarmare. Non è una questione di mancanza di fiducia, né si tratta di ridimensionare il rapporto sotto una luce meno intensa. Prima di essere una fidanzata, una figlia, una madre, un'amica, Emma è Emma, una persona che deve a se stessa quantomeno il tempo di affrontare le cose come meglio crede. Anche perché, nel suo ruolo di Salvatrice, l'idea di cagionare agli altri preoccupazione e sofferenza - sapendo che questi derivano proprio da lei - dev'essere devastante. Un po' come per Charming, quando fu colpito dalla freccia imbevuta di Sognombra sull'Isola che non c'è: non voleva mentire a Bianca e alla sua famiglia perché non si fidava di loro, tutt'altro: voleva proteggerli dal dolore e dalla preoccupazione che li avrebbero colpiti, se avessero saputo che era spacciato.
Quello che vi chiedo è di non essere sempre duri con lei solo perché non la capite
e di provare a vedere, fosse anche per un solo istante, Emma con gli occhi con cui la vedo io, cancellando le riserve e lasciando che le mie parole penetrino nel vostro cuore e nella vostra mente. A quel punto, dovreste vederla in tutto il suo danneggiato splendore e in voi dovrebbe accendersi solo il desiderio di proteggerla, non di demolirla.
Penso di aver detto a sufficienza, ma aggiungo che Killian sarebbe fiero di voi se riusciste a vederla in questo modo... Chissà che così il messaggio non penetri meglio! =P
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Quanto ai Rumbelle... AHHHHHHH!
Da quanto tempo non erano così belli e freschi negli sviluppi di trama?
Le loro interazioni sono state un perfetto connubio tra ciò che ho sempre amato di loro - la poesia del passato, quando erano davvero la Bella e la Bestia - e ciò che avrei sempre voluto vedere. Erano davvero pura magia in quel sogno fatto di inganni, forse perché Tremotino in versione bestia recupera quel fascino che Gold decisamente non ha. Quando guardo al primo, vedo, sì, un essere consumato dall'oscurità delle sue smanie, ma vedo ancora quell'uomo alla disperata ricerca di un modo per tornare da suo figlio; in Gold, invece, vedo la rassegnazione di chi ha ceduto alla propria dipendenza e, pur di assecondarla, non si cura di quanto male possa provocare agli altri. Senza considerare che Robert interpreta Tremotino in una maniera così sublime da aver reso il suo personaggio, che nella mia mente occupava un vago ricordo, come uno dei più rilevanti a livello favolistico: è stato capace di riempirlo di sfumature che nemmeno quello delle storie che ci raccontavano da bambini aveva. E' stato bello rivederlo, lui e la sua capacità di strappare sempre una risata!
La cosa che mi ha maggiormente colpita, però, è stata la svolta che ha preso la trama:
quello che credevamo essere Morfeo era nientepopodimeno che il figlio non ancora nato dei Rumbelle. WAIT WHAT?! Mi inchino al cospetto di cotanta genialità. Al di là del fatto che sia stata un'idea brillante e del tutto sorprendente, la grazia di quel bacio di Vero Amore dato a Belle dal bambino che porta in grembo non è possibile da descrivere o commentare. Credo di aver guardato tutta la scena con l'espressione alla Sebastian della Sirenetta, solo che non c'era nessuno Scuttle a rialzarmi la mandibola da terra. Dico solo WOW, davvero. Anche perché ho finalmente visto in Belle quella risolutezza che, in passato, aveva sempre tentennato di fronte alla sua speranza di vedere l'uomo che ama cambiare. Il suo sguardo era diverso, deciso, forte di un amore così grande (quello per suo figlio) che non può essere deluso. Che lei non vuole deludere.
Stavolta, la vedo dura per Gold e devo aggiungere che, per quanto lo odi, mi ha fatto tenerezza sentirgli dire "Ho perso mio figlio prima ancora che sia nato". Nemmeno vi dico il magone quando ha nominato Neal e l'errore che ha commesso lasciandolo andare.
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Quanto a Regina, posso avere un applauso?
Erano secoli che il suo personaggio non era scritto così bene e che Lana non veniva messa nelle condizioni di esplorare questa nuova Regina e darle il nuovo volto che merita, libero dal fardello della sua metà cattiva. E' stato tutto così lineare, bello e calzante da tenermi incollata alle vicende senza il minimo senso di stanchezza, come invece era accaduto in passato.
Le sue dinamiche con Zelena sono state giostrate e interpretate benissimo: due sorelle che si sono combattute a lungo e ritrovatesi da poco, ne hanno ancora di strada davanti prima di trovare il loro equilibrio; sarebbe stato sciocco pensare che, dalla sera alla mattina, diventassero inseparabili e al bando tutti i dissapori sottesi al loro passato ancora così vicino. E ho amato anche la scelta fatta per il fulcro dei rispettivi dissapori. Regina ha ragione ad avercela con Zelena, perché ha male utilizzato la fiducia che la prima aveva riposto in lei ponendo le basi per il dramma che si è consumato dopo. Certo, mi pare un po' esagerato attribuire la colpa per la morte di Robin a Zelena, ma Regina vive l'irrazionalità di un dolore grande ed è tutto così pienamente comprensibile. D'altro canto, Zelena - che proprio sana di mente non è mai stata - le ha recriminato di aver cercato l'aiuto di Biancaneve per prendere una scelta così importante per lei quale quella di liberarsi della Regina Cattiva: io capisco il suo desiderio di vivere il rapporto da sorelle al massimo, ma dovrebbe anche capire che lei è arrivata nella sua vita da poco, mentre le dinamiche tra Bianca e Regina affondano le loro radici in un lontanissimo passato. Non può aspettarsi di essere la spalla della sorella per il solo fatto di essersi ritrovate. I legami richiedono tempo e duro lavoro, perché il fatto di condividere lo stesso sangue è ben lungi dal costituire una garanzia. Posso dire con certezza che il sangue non è un vincolo sufficiente a garantire la positività e durevolezza di un rapporto e che, spesso, persone col patrimonio genetico diverso dal tuo possono diventare la migliore famiglia che potessi mai desiderare.
A proposito di questo, la bellezza di Bianca e Regina non si può dire a parole.
I momenti tra di loro sono quelli che aspetto con più ansia, perché ho come l'impressione di tornare indietro nel tempo a quando Regina salvò quella piccola sconosciuta che rischiava di essere disarcionata dal cavallo e fare una brutta fine. Quello che Bianca dice alla sua nemica-amica di lunga data a fine episodio è vero: anch'io rivedo in Biancaneve molti degli aspetti che, in passato, appartenevano a Regina, la donna che le ha insegnato cosa sia il Vero Amore e quanto valga la pena combattere per esso. E amo come, allo stesso tempo, proprio Regina prenda ispirazione da Biancaneve e dalla sua bontà e capacità di perdono. C'è tanta ammirazione quando le chiede come abbia fatto ad andare avanti, a resistere nel periodo in cui l'ha perseguitata, dopo averla privata delle persone a lei più care, e, se possibile, la lacrima della Goodwin ha reso ancora più emozionante una scena che già di suo aveva una portata emotiva pazzesca.
A proposito di questa scena, volevo rivelarvi una chicca che ho appena scoperto.
Non so se avete presente la piuma che, quando Regina e Bianca si avviano a braccetto verso l'edificio comunale, cade piano sulla panchina. Ecco, io pensavo fosse un mero riferimento a Robin e, invece, potrebbe avere un significato ancora più profondo. In un'intervista, infatti, pare che Lana abbia rivelato il senso del tatuaggio a forma di piuma che ha sul polso: "Questa è una piuma che ha avuto molta importanza per me sin da quando avevo 23 anni. E' arrivata in un momento in cui stavo mettendo in dubbio molte cose nella mia vita, un momento particolarmente intenso. E' anche un simbolo di speranza per me."
Chissà che Lana non abbia a che fare con questa scelta.
Se così fosse, considerato il discorso di speranza di Regina, trovo la scena un tocco di classe di infinita tenerezza.
Ci sono altre piccole notazioni che vorrei fare:
- Amo Hyde come personaggio e amo l'attore che lo interpreta. Il suo modo di porsi, le espressioni facciali, quell'atteggiamento così spavaldo e consapevole eppure mai borioso lo rendono molto diverso dai cattivi del passato. C'è qualcosa di infinitamente più misterioso e intrigante insieme in lui. Suscita timore e, allo stesso tempo, un grande interesse perché riesci a percepirne l'enorme spessore. Un esempio che mi viene in mente è quello delle interazioni con Emma: ho amato il fatto che sia riuscito a leggerle dentro in maniera così netta e mi ha incuriosita questo aspetto di doppiezza di carattere che è riuscito a mantenere, nonostante la separazione da Jekyll: un momento prima è il più eloquente e pacato interlocutore, quello dopo un mostro in grado di risvegliare in te terrori che non sapevi neppure di avere. Lo promuovo a voti pieni, pienissimi, e vi confesso di avere un certo interesse a che il suo rapporto con Regina si approfondisca un po'. Amo questo suo spessore e mi piacerebbe che fosse accostato ad una donna come Regina. Manco voglio parlare della sua voce che fa cose che noi poveri umani non siamo in grado di affrontare.
- Ho adorato la stizza di Killian e, insieme, la sua incapacità di resistere ad Emma. Colin è così incredibilmente meraviglioso nel dare al personaggio le sfumature di un carattere tanto complesso, formatosi nel corso di centinaia e centinaia di anni. E ho adorato i parallelismi col passato in chiave più profonda: il fatto che abbia ricordato ad Emma che può mentire a tutti ma non a lui, a maggior ragione ora che si è aperta e gli ha concesso di avere accesso al suo cuore; il fatto che si sia sentito ferito da questa improvvisa chiusura di Emma, come se non avesse bisogno di lui o non si sentisse nella posizione di condividere ciò che la turba con lui e questo lo devastasse più del cockblocking; il fatto che, a fine episodio, basti un bacio sulla guancia e un sorriso di Emma per vedere il suo broncio sciogliersi e trasformarsi in un adorabile rossore sulle guance. E' un uomo meraviglioso!
- Devo citare per intero il discorso che Regina fa a Bianca a fine episodio, molto in stile 3x22 con le promesse Rumbelle in sottofondo che ci mostravano a spezzoni gli altri nostri eroi, perché ho avuto i brividi dall'inizio alla fine: "La mia vita si è fermata per tanto tempo. L'unica storia che riuscivo a sentire era quella che continuavo a raccontare a me stessa: che io ero la Regina Cattiva. Finché non ho dimenticato la cosa più importante e, cioè, che la mia vita non è mai stata solo una storia, ma tante storie. Per alcuni sono il cattivo, che ferisce le persone in modi imperdonabili. Per altri sono un eroe, vedono solo la mia forza, la mia capacità di fare la cosa più difficile anche quando pensavano fosse impossibile. Io voglio iniziare una nuova storia, una dove la Regina Cattiva non esiste e scelgo di credere che questa storia finirà meglio della precedente". Pura magia!

Detto questo, mi sento di promuovere la puntata a voti pienissimi,
10+, e mi auguro che si continui su questa scia.
Alla prossima, ciurma!






















