Due parole, undici lettere. Ditele e le mie lacrime saranno vostre.
CAPTAIN SWAN
Dopo questa entrata alla Blair Waldorf, direi che è tempo di passare al sodo.
Voglio solo scusarmi per questo infinito procrastinare le recensioni ma a)il tempo è ladro e riuscire a gestire la pagina da sola con le mille cose che devo fare è un'impresa; b)volevo aspettare che l'arco CS fosse concluso per poter fare un'analisi a tutto campo. Non so fino a che punto l'idea sia stata brillante, eh, considerata la miriade di cose da dire, ma ci provo comunque.
Per la cronaca, salto a piè pari l'episodio sulle sorelle Mills per fare qualche considerazione alla fine. Come potete immaginare, l'episodio non mi ha entusiasmata come avrei sperato e l'attrattiva di una recensione non è alta. Quiiiiiiindi, veniamo a noi!
Vi sarete resi conto che, negli ultimi tempi, sono diventata molto più critica nei confronti del telefilm e vi spiego subito perché: Once non è più quello di un tempo e, talvolta, mi dà l'impressione di arraffazzare gli intrecci senza la cura minuziosa delle prime stagioni, quando io avrei fatto carte false per avere un episodio al giorno, piuttosto che dover aspettare una settimana per la diretta successiva. Manca qualcosa, forse la passione. Non so se Adam ed Eddy ricevano pressioni dalla ABC, non so se il fatto che si stiano occupando di un altro telefilm abbia inevitabilmente pregiudicato quello già in corso, non so se - più semplicemente - ad un certo punto il progetto sia diventato più grande di loro e troppo difficile da gestire. Sta di fatto che qualcosa non va!
Lo show è banale, ripetitivo e, cosa ancora peggiore, i personaggi non hanno la stessa incisività di un tempo. Spesso, ho come l'impressione che corrano in circolo, strafatti di chissà quale pianta magica, invece che andare dritti al sodo come in passato. Per essere più chiara, parliamo di questa stagione: vogliamo parlare del fatto che, salvo l'episodio su Liam Jones, non abbiano fatto un accidenti di niente per tentare di sconfiggere Ade? Tra gente che stava tutto il tempo alla cabina telefonica o a fare colazione da Granny's, chi se ne stava nella foresta a tirare frecce alle mosche - un giorno, vorrei capire per quale ragione Robin e gli altri fossero così stupidamente convinti che Ade, il signore dell'Oltretomba, potesse non trovarlo nel suo regno -, chi faceva le pulizie dai Charmings, non hanno fatto una mazza per 10 episodi. O vogliamo parlare del fatto che lo spaventosissimo Ade, descritto in maniera tale da far sembrare tutti gli altri villain delle pecorelle a confronto, non abbia fatto altro che parlare, parlare e parlare?
Io, boh, sono perplessa.
Lo schema narrativo è sempre, insopportabilmente lo stesso.
Per circa 10 episodi ci tengono appesi con eventi tendenzialmente irrilevanti e, negli ultimi due (tre, se vogliono essere proprio buoni), si sparano tutte le cartucce. Ma è così difficile capire che sono diventati prevedibili? Che, se parlano di un cattivo da far attorcigliare le budella, io mi aspetto di vedere la puntata da un letto di ospedale come minimo? Dove sono i personaggi come Cora - Non riesco a credere alle mie stesse parole, visto quanto la odiassi! -, come Pan, come la Regina Cattiva che ti facevano stare col patema d'animo ogni sacrosanta puntata e ti veniva voglia di infilare la testa nello schermo e mangiarteli a morsi, tanti erano i guai che combinavano ai nostri eroi? Cioè, il picco di terrore che Ade sia riuscito ad incutere era mentre si faceva la pedicure, che c'aveva calli che manco la pietra pomice e il seghetto dell'Eurospin avevano chance di eliminare. Hanno creato un personaggio - per carità, magistralmente interpretato da Greg Germann, ave a te! - che non ha fatto altro che accendere e spegnere i capelli da quando è apparso.
Un Johnny Bravo dei poveri, ecco chi è l'Ade della quinta stagione.
In tutto questo mare di insoddisfazione, però - e meno male che arriva il però -,
qualcosa di ancora strabiliante, eccezionale ed epico rimane.
Sì, perché le interazioni e l'intera storyline tra Emma e Uncino non potrebbero essere più perfetti, credibili e coerenti di così. Contro ogni loro tendenza ad affrettare le cose, a creare scene prive di pathos tra due personaggi potenzialmente intriganti, loro due sfondano schermo e ti si piazzano a metà tra ventre e costato per dare un pugno ora al cuore, ora allo stomaco che non so quante emorragie interne mi hanno provocato negli ultimi episodi. Sono talmente belli, talmente BELLI da riuscire a farmi soprassedere sul fatto che non si siano praticamente visti per una stagione, nonostante si presumeva fossero i protagonisti dell'avventura. Insomma, erano o non erano andati lì per aiutare Emma a salvare il suo unico vero grande amore? Vabbè, lasciamo perdere!
L'episodio Firebird è un tributo.
Un tributo a questa coppia, un tributo ai fan ma, soprattutto, un tributo allo show e ai suoi antichi fasti. Oh, ed è anche un parallelismo con Tallahassee chiaro come il sole! Così come si erano conosciuti alla ricerca della bussola per permettere ad Emma di tornare a casa da suo figlio, adesso li vediamo lanciarsi alla disperata ricerca dell'ambrosia per cambiare e salvare il destino di Uncino. Già, perché il piano di Emma di dividere il suo cuore con l'uomo che ama sulla falsariga dei suoi genitori, per quanto intriso delle migliori intenzioni, non aveva fatto i conti con la realtà: a Storybrooke, il corpo di Uncino si sta decomponendo - che spreco, lasciatemelo dire! Vermi di merda! - e nessuna legge universale consentirebbe di portare in vita qualcuno in putrefazione, nemmeno le leggi dell'Oltretomba... Forse quelle di The Walking Dead?!
L'unica soluzione, suggerita da nientepopodimento che Ade - e già qui due dubbi dovevano venirci, nonostante il Bacio del Vero Amore con Zelena suggerisse un cambiamento nell'uomo - è quella di trovare l'ambrosia nel luogo più pericoloso dell'Aldilà e ristorare il corpo di Uncino così che possa accogliere la metà del cuore che Emma vuole donargli. Il tutto in un parallelo con Orfeo ed Euridice in grado di elevare - se mai ce ne fosse stato bisogno - i Captain Swan a livelli di epicità mai raggiunti da una coppia televisiva, per quanto mi riguarda.
LA POESIA.
Com'è giusto che sia, alla volta di questa ennesima missione,
partono la Salvatrice e il nostro pirata e non ci vuole molto prima che un ostacolo si frapponga fra loro e la realizzazione del loro proposito: a poter attraversare la porta che sbarra loro il cammino sarà soltanto un "cuore colmo di Vero Amore". E' tenera la sorpresa di Emma nel constatare con quanta facilità Uncino sia in grado di leggere le incisioni attorno alla bilancia ed è bello avere un altro piccolo scorcio del passato di Killian ai tempi della marina. E' bello sia come spettatori che mettendoci nei panni di Emma: avendo vissuto trecento anni, chissà quante sono le cose che non ha ancora avuto modo di raccontarle e la naturalezza con cui queste informazioni vengono fuori e vengono accolte da Emma mi stringe sempre il cuore.
Che ve lo dico a fare che faccio perfino fatica a guardare l'incertezza di Killian dinanzi a quella prova? Ci sono un'ansia e un'irrequietezza in lui che non dovrebbero essere giustificati per il solo fatto che sta rischiando di morire. Invece, come se fosse la cosa più naturale al mondo, lo terrorizza più l'idea che l'amore tra di loro non sia tale da paragonarlo alla magia più potente di tutte che non la prospettiva di non riuscire nell'impresa finale; lo annichilisce il pensiero che Emma possa non amarlo intensamente quanto fa lui. Perché, diciamocela tutta, sull'immensità dell'amore di Killian nessuno potrebbe avere dubbi, ma neppure su quello di Emma, non dopo quello che le abbiamo visto fare pur di non perderlo. E' solo che, in questi momenti, vengono fuori tutta quella schiera di incertezze che lui si porta dietro da sempre: il timore di non essere abbastanza, il timore di non meritarla, il timore che i suoi errori (specialmente gli ultimi come Oscuro) abbiano intaccato quello che c'è tra di loro.
E la bellezza di questa scena sta nel suo realismo.
Dio, è l'incarnazione di quello che Emma e Killian sono dall'inizio di questo telefilm e la riproposizione di tutto il loro cammino senza che nessun dettaglio sia tralasciato.
L'onestà di Emma nel dire a Killian che, no, non può avere la certezza che siano Vero Amore è disarmante, perché, a dispetto di quello che molti potrebbero pensare, non è nemmeno lontanamente indice del fatto che non sia sicura di amarlo così intensamente. No, questo non c'entra. Come ci dimostra questo episodio, Emma è stata costretta ad abbandonare la speranza quando non era che una ragazzina e a sostituire quell'inguaribile tendenza a vedere sempre il meglio tipico del sangue azzurro per mettersi addosso un'armatura in grado di proteggerla dal mondo. Ma portare quell'armatura per così tanto tempo, ad un certo punto, ha reso la linea di confine talmente labile da impedire qualsiasi distinzione con la sua pelle. La sua pelle è finita per diventare la sua armatura, una protezione fatta di cinismo, disillusione e consapevolezza di non poter amare o essere amata se non attraverso l'inganno.
"Perché riesci ad ammettere quello che provi solo quando uno dei due si trova ad affrontare una morte certa?", le chiede Killian e lo fa d'improvviso, come se si portasse dietro quella domanda da tempo e non avesse mai trovato il tempo di porgliela.
"Non lo so," risponde lei con un mezzo sorriso, strappandone uno anche a Killian. "Suppongo di aver portato un'armatura così a lungo che, a volte, dimentico di non averne bisogno quando sono con te".
B I N G O
Sta tutto lì il percorso di Emma e, insieme, il percorso dei Captain Swan.
In quella dannatissima armatura che gli eventi l'hanno costretta ad indossare e che l'ha definita per buona parte della sua vita. In quell'armatura che Killian si è impegnato - e pure divertito - ad attaccare fino ad avere accesso alla vera Emma, quella che il dolore dell'abbandono, alfine, era riuscito a seppellire sotto gli strati della delusione più cocente. In quell'armatura di cui, adesso, Emma sente di non avere bisogno, non quando è con la persona che più al mondo la conosce e comprende, anche quando di comprensione neppure lei saprebbe darsene; l'unico che, dal primissimo incontro, ha visto attraverso le mura della sua ostinazione e si è preso la briga non solo di scavalcare ma di distruggere. Killian l'ha liberata. L'ha liberata dalle sue paure, dalle sue titubanze, dalle sue ferite, dalla prigione di rifiuti che si era imposta di dare e ricevere ma, soprattutto, da quella maschera che aveva finito per sfigurare il tratto più bello di lei: la delicata forza di chi è caduto innumerevoli volte, eppure non ha mai smesso di rialzarsi.
Dio, ma la vedete l'espressione di Killian quando la bilancia non accenna a muoversi?
Quando ogni cosa sembra smentire le sue più alte speranze per dirgli che, no, non sono Vero Amore? E' peggio di una coltellata nello stomaco, così dolorosa da toglierti il fiato. Ma questo frangente di incertezza non è altro che la conferma di quello che già sappiamo e di quello che verrà dopo, quando Emma ancora, ancora e ancora sceglierà di salvare lui piuttosto che preoccuparsi di se stessa.
E' questo il Vero Amore, del resto: mettere il benessere di qualcun altro dinanzi ai propri bisogni, anche quando le circostanze minacciano i risvolti più cupi. Ed è sul pavimento dell'Oltretomba, nel modo più insolito e calzante che ci si sarebbe potuti aspettare, che Emma e Killian hanno finalmente la conferma che aspettavano, e noi con loro.
E' V e r o A m o r e,
nella sua forma più grande, pura e disinteressata.
Mi credete se vi dico che Jane Espenson mi ha dato esattamente ciò che non sapevo di volere ma che desideravo con tutto il mio cuore? Insomma, questa stagione è stata la sagra del TLK e tutti noi, con un po' di amarezza, aspettavamo con ansia la conferma che tanti - forse troppi - prima di loro avevano già ottenuto. La verità, però, è che i Captain Swan hanno avuto dall'inizio un percorso diverso, avulso dalle dinamiche di qualunque altra coppia. Non si sono innamorati in un giorno, nessuna pronta realizzazione dei rispettivi sentimenti, nessun risvolto banale e facile da anticipare: si sono guardati con diffidenza mista a interesse, si sono studiati, aiutati, ingannati, traditi, inseguiti, combattuti, alleati, compresi e, infine, amati. E, in questo percorso così strano e insieme reale, hanno saputo di essere Vero Amore in una scena che non avrebbe potuto essere più degna di questa loro diversità. Neppure nelle mie più rosee fantasie sarei riuscita ad immaginare qualcosa di così incredibilmente perfetto per loro e mai, mai smetterò di ringraziare il Cielo per non aver avuto quel TLK che tanto aspettavo. Stupendomi come da tempo non accadeva, lo show mi ha dato ciò che non sapevo di volere e mi ha tolto ciò che non sapevo di aborrire.
Chi ha bisogno di un TLK, quando una sacra bilancia può darci la stessa conferma e mostrarci l'espressione estatica di Killian? Come se non fosse morto, come se non gli importasse di poter sopravvivere, come se nulla oltre Emma potesse dargli la felicità che sta provando in quel momento e in tutti quelli che trascorre con lei. E, del resto, non potrebbe essere più vero di così.
Sono V E R O A M O R E.
Non smetterò mai di scriverlo.
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| [Source: http://captainpoe.tumblr.com/] |
Ma, come tutti gli idilli, anche questo è destinato a terminare.
Non c'è nessun ambrosia oltre quella porta che li ha dichiarati Vero Amore, non c'è nessuna magica soluzione al loro problema, non c'è il barlume di speranza che era parso loro di intravedere. Tutto quello che rimane loro è il tempo di dirsi addio, stavolta per sempre e stavolta lontani da occhi indiscreti.
Mi si spezza il cuore solo a vederli, solo a pensarci!
Killian le dice che hanno già avuto più tempo di quello che sarebbe loro spettato, che è giunto il momento di affrontare la realtà e andare avanti, ciascuno a modo proprio. Emma deve promettergli che quell'armatura di cui si sono disfatti con pazienza e amore non tornerà al suo posto solo per il dolore di averlo perso; e Killian deve prometterle di andare avanti, di non stare lì ad aspettarla finché non sarà arrivato il momento anche per Emma di iniziare un nuovo viaggio oltre la vita. A promesse fatte, Emma entra nell'ascensore solo per bloccare le sbarre tra di loro prima che sia troppo tardi, prima che possano aver suggellato quell'ultima promessa - una promessa di amore, non di morte e nemmeno di addio - con un bacio.
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C'è qualcosa di così infinitamente struggente nel modo in cui si avvicinano, nell'affanno con cui pronunciano quell'ultimo "Ti amo" tra le lacrime, nel baciamano disperato di Killian e nell'espressione di Emma mentre l'ascensore la porta via da lui, da rendere ininfluente qualsiasi consolazione. Sapevamo tutti (o quasi) che Killian sarebbe ritornato, che, in qualche modo, sarebbero riusciti a restituirlo a noi e ad Emma contro ogni aspettativa. Ma non è stato abbastanza per proteggerci dall'onda d'urto di questo addio inaspettato.
Eravamo tutti pronti a vederli trionfare come in Tallahassee, ad annoverare l'ennesimo traguardo raggiunto come la squadra invincibile che si sono dimostrati sin dall'inizio e, pieni delle nostre aspettative e sicurezze, abbiamo sottovalutato una cosa: Tallahassee si conclude con un A D D I O tra Emma e Uncino, con quello stesso intreccio di mani che dura fino alla fine, con quello stesso ultimo sguardo che Killian le rivolge finché non la vede sparire alla sua vista. E, a pensarci, il dolore ha sfumature molto simili, pur essendo le due scene emotivamente molto diverse e pur essendo i ruoli invertiti: stavolta, infatti, è Killian a chiederle di lasciarlo indietro, non il contrario; ed è sempre Killian, non Emma, a servirsi di una piccola bugia (come Emma aveva finto di volerlo salvare dalle macerie solo per incatenarlo, Killian le promette di cercare un altro rimedio solo per portarla via dalla stanza dove hanno scoperto che nessun ambrosia l'avrebbe salvato). E quasi li sentiamo gridare l'uno il nome dell'altra, mentre l'ascensore li separa per sempre, in quell'urlo silente contenuto in ciascuna delle loro lacrime, in ciascuna delle parole non dette per non rendere quell'addio ancora più straziante di quanto non sia.
E' finita, almeno per loro.
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"Quando ho comprato questa giacca, doveva essere un'armatura per impedire che venissi ferita dalle persone che amo. Ma ora serve solo a ricordarmi che devo proteggere le persone che amo e che nulla è più importante."
Sono queste le ultime parole pronunciate da Emma, prima di guardarsi indietro un'ultima volta e, infine, convincersi ad attraversare il portale che la porterà dai suoi cari. Lo deve a Uncino, a se stessa e alle promesse che si sono scambiati. Lo deve soprattutto al loro amore e al percorso che hanno fatto insieme, per impedire che, ancora una volta, il dolore possa cancellare ciò che è diventata e seppellirla oltre una coltre di cinismo e indifferenza.
Ma la verità è che questo è solo l'inizio, che la strada volta a proteggere chi ama è appena cominciata e che l'avventura che li aspetta in Last Rites è ben lontana dall'essere semplice come potrebbe sembrare a un gruppo di eroi sempre vittorioso.
Ade, infatti, che già dallo scorso episodio aveva dimostrato la sua vera natura, si attiva per rendere Storybrooke il suo nuovo regno. Per quanto ami Zelena e sia stato disposto a fare di tutto per lei, un uomo come lui non è in grado di rinunciare al potere per la monotona tranquillità del vivere quotidiano. Vi ricorda qualcuno, no? Un certo Tremotino e la sua ossessione per il potere, anche a dispetto dell'evenienza di perdere le persone a lui più care.
E il primo a fare le spese dell'arrivo di Ade nel mondo dei vivi altri non è che Artù. Fuggito al controllo dei nostri eroi, si imbatte nel Signore della Morte quel tanto che basta per comprendere il perché del suo appellativo: senza pensarci un istante, Ade gli spezza il collo e, in un misto di stupore e confusione, Artù arriva nell'Oltretomba per incrociare il cammino del nostro Uncino. Scopriamo, infatti, che il bel pirata non sia ancora riuscito ad andare avanti nel timore che Emma sia in pericolo: come rivela ad Artù dopo averlo ingaggiato per la sua missione contro Ade, non può mantenere la promessa fatta alla donna che ama senza, prima, avere la certezza che lei sia al sicuro.
"Tutto questo per una donna?", chiede il ragazzo della spada nella roccia, ma non è la domanda esatta. Perché Emma non è una donna qualunque nella vita di Uncino. E' L A donna della sua vita, colei che ha rischiato tutto - perfino l'incolumità sua e dei suoi cari - pur di salvarlo e non c'è verso che lui possa andarsene senza averle fornito gli strumenti per sconfiggere Ade.
L'incredibilità di questo episodio, per quanto riguarda i Captain Swan, sta nelle dinamiche.
Non importa che ci siano uno o più mondi a separarli, non importa che sia impossibile comunicare e che non possano essere l'uno accanto all'altra per sostenersi. L'amore che li unisce abbatte ogni distanza e finisce per renderli una squadra anche se lontani. Ma il bello è che non si tratta di una squadra qualunque, no! Loro sono una squadra vincente, un team imbattibile perché ogni loro mossa è il riflesso di quella dell'altro, perché il loro desiderio è sapere l'altra persona al sicuro. Come Killian non riesce ad andare avanti per Emma, infatti, la nostra Salvatrice non riesce a sopportare il pensiero che Killian soffra e sia bloccato in quel luogo miserevole che è l'Oltretomba. Deve sconfiggere Ade perché deve salvare Killian e sente questo bisogno con una disperazione che guida ogni sua mossa, al punto da spingerla a chiedere l'aiuto dell'ultima persona di cui si potrebbe mai fidare: Gold. Ma anche quella è una strada priva di sbocchi e, per quanto le costi ammetterlo, si vedrà costretta a rallentare il ritmo, a non farsi più guidare dal dolore per dare spazio alla ragione. Ed è proprio durante la ricerca in biblioteca che il suo sguardo cade sulla pagina del libro che ritrae il loro primo ballo nella Foresta Incantata, vestiti da Principessa Leia e Principe Charles, e la commozione, la mancanza e insieme l'amore che prova per lui tornano a colpirla ma, soprattutto, raggiungerla.
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Killian, infatti, con l'aiuto di Artù, è riuscito ad ottenere le pagine di cui Emma ha bisogno per conoscere gli intenti e le debolezze di Ade e fa in modo che le arrivino. I nostri eroi vengono così a conoscenza dell'arma capace di sconfiggere Ade: il Cristallo Olimpico, un'arma talmente potente da riuscire a cancellare, non semplicemente distruggere, qualsiasi cosa, perfino una divinità come il nostro uomo dalla chioma fiammeggiante. Peccato che, ironia della sorte, quel cristallo sia proprio nelle mani dell'unica persona contro la quale dovrebbe essere usata! E peccato che Regina e Robin non abbiano saputo attendere un momento migliore per interferire con i piani di Ade!
Nella speranza di recuperare la piccola Pistacchia, servendosi dei tunnel sotterranei, i nostri Outlaw Queen riescono a raggiungere la bambina per un fugace e quantomai misero istante di felicità. Alle loro spalle, in un delirio di onnipotenza degno di una divinità, c'è Ade pronto a fare fuori Regina e a eliminare uno dei principali ostacoli alla sua conquista di Storybrooke. E' qui che la forza dell'amore si mostra in tutta la sua potenza: Robin fa scudo alla donna che ama con il suo corpo e, letteralmente, le dona la sua vita attraverso questo sacrificio. Credo che sia uno dei gesti più altruistici e disinteressati che qualcuno, specialmente un genitore che ha due figli al mondo cui badare, possa fare. E credo anche che sia una dimostrazione di cui Regina aveva bisogno, dopo aver passato tanto tempo nella convinzione di non poter essere amata.
Nonostante la poesia del gesto, devo dirvi che la scena non mi è piaciuta. E lo dico davvero con profondo dispiacere, perché, per l'ennesima volta, si sono lasciati sfuggire l'occasione di rendere giustizia ad un personaggio che, di recente, avevano piuttosto maltrattato. Prendiamo la morte di Neal e il suo percorso per arrivare ad essa: fondamentalmente, era stato messo da parte quanto Robin con la differenza di non essere coinvolto in una storia potenzialmente riuscita come gli Outlaw Queen; e, tuttavia, erano riusciti a riscattarsi quantomeno al momento della morte. La puntata e, soprattutto, la scena in presenza di Gold e di Emma è impressa a fuoco nella mia mente. Ricordo di aver singhiozzato come mai per Once e di aver pianto - lo farei ancora, se la vedessi - per tutte le successive visioni. Ho pure la colonna sonora della scena nel cellulare, tanto per farvi capire! E la cosa assurda è che stiamo parlando di un personaggio che, salvo nelle sue interazioni con il padre, io non avevo mai, mai apprezzato per mancanza di spessore narrativo.
Ora, se solo faccio il paragone con la morte di Robin in Last Rites, quest'ultima non regge il confronto nemmeno per iniziare. Al di là delle (ahimè) non eccellenti capacità recitative di Sean, c'è stato qualcosa di affrettato nella sequenza e, ancora di più, qualcosa di sbagliato. Quei primi piani in successione e la brevità della scena non ti danno nemmeno il tempo di "assaporare" il dolore della sua dipartita e, se non fosse stato per la musica e per Lana, sarebbe passata senza che nessuno di noi facesse nemmeno un verso di stupore. Per essere chiari, io mi sono commossa di più nell'attimo in cui Regina dice a Zelena "Questo è il vero amore: sacrificio, morire per qualcuno che ami" e... No, non avrebbe dovuto essere così! Mi sarei dovuta strappare i capelli per la morte di Robin, avrei dovuto urlare all'idea di vedere Regina soffrire ancora e perdere un altro amore, avrei dovuto dare di matto contro Ade per quello che aveva appena fatto. E, invece, no! L'unica consolazione è stata vederlo morire per mano di Zelena, in una delle poche scelte azzeccate che la donna abbia mai preso da quando è arrivata sullo show.
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Tra l'altro, per dire altre due parole su un evento comunque importante (pur non riuscito) dello show, io sono contraria a questa abitudine di mettere da parte per l'intera stagione uno dei personaggi principali per, poi, destinarlo a morte certa. Non sarebbe più coerente, rispettoso e anche meno sgamabile renderlo attivo e centrale e tributargli un degno saluto? Anche perché, parliamoci chiaro, finisce che lo spettatore perde interesse alle vicende di quel soggetto o, comunque, fa l'abitudine alla sua assenza e l'effetto della dipartita è necessariamente attutito. Per dire, è stata una signora (temporanea) morte quella di Uncino. Le sue dinamiche con Emma erano state analizzate per l'intera stagione, c'era stata la svolta data dalla scoperta che fosse l'Oscuro, il suo ripensamento all'ultimo secondo e, infine, lo shock di farlo ammazzare proprio da Emma. Va bene che Killian ha una rilevanza molto superiore a quella di Robin, ma bastava poco per raggiungere un risultato migliore di questo. Mi viene in mente un altro esempio che, forse, calza meglio: la Snow Queen. Dio, i pianti per la morte di quella psicopatica non sono stati una cosa normale! Rendendola protagonista di tutti gli episodi precedenti e facendoci conoscere il suo background - a proposito, di Robin non sappiamo manco quello, sebbene ci avessero promesso di esplorarlo! -, si era creata una sorta di empatia con lo spettatore (indipendentemente dal fatto che si apprezzasse il personaggio o meno) e la sua morte aveva suscitato una reazione. E, invece, la mia espressione è stata praticamente questa:
Detto questo, torniamo un attimo nell'Oltretomba.
Compiuto il suo dovere, Uncino saluta Artù e si prepara a mantenere fede alla promessa fatta ad Emma. In questo passaggio, ho apprezzato moltissimo la collocazione data ad Artù: è stato tutto degno del personaggio iconico che incarna, del fatto che fosse, sì, fuori come un balcone ma che, comunque, si fosse sempre preso cura del suo popolo come un degno re ed è stato anche sorprendente. Non mi aspettavo che sfruttassero l'idea di farlo redimere, salvando un regno diverso da Camelot ma, per questo, non meno meritevole dell'impresa. Ed è stato anche un bel tocco, considerato che, dopo la morte di Ade, ci fossero tante anime con conti irrisolti che dovevano ancora essere aiutate ad andare incontro al loro destino. Sono riusciti, in questo modo, a chiudere il cerchio delle avventure di Artù e dell'Oltretomba, senza lasciare le cose in sospeso come è diventato ormai nello stile di Once.
In ogni caso, tornando a Killian, ancora una volta abbiamo dimostrazione di quanta cura gli autori continuino a mettere nella scrittura dei Captain Swan. Mica ci tocca una scenetta di due minuti in croce, no! Noi ci becchiamo le seguenti cose:
- La benedizione di sua magnificenza il re dell'Olimpo che manda Uncino 'nel luogo cui appartiene', dando a questa coppia una consacrazione a livelli che nemmeno secoli di educazione Disney su Biancaneve e il Principe Azzurro sono in grado di superare. Cioè, hanno creato un fandom CS (Cora, Zelena, ZEUS) all'interno del telefilm! #blessthesepeople
- Una scena in cui Emma porta la fiaschetta di rum sulla tomba del suo amato e gli confessa che, per quanto felice lei sia della sconfitta di Ade, poiché questo le dà la speranza che Killian sia in un posto migliore, non è abbastanza per mitigare il dolore che si porta nel cuore. Sente la sua mancanza, così disperatamente come non le era mai accaduto di fare in vita sua, se non in un'occasione, e glielo si legge negli occhi. Emma Swan ha sofferto, Dio solo sa quanto, sin dal momento della sua nascita e ha perduto un incredibile numero di persone lungo il percorso: i suoi genitori naturali, Lily, i suoi genitori adottivi, la Snow Queen, Neal, Henry. Tra tutte, probabilmente quest'ultima è la separazione che le è costata di più in termini emotivi, perché aveva dovuto dare via suo figlio nella speranza di offrirgli una vita migliore di quella che lei avrebbe mai potuto dargli. Non abbiamo mai visto, salvo la scena del parto, quanto dare in adozione Henry abbia inciso su Emma nei giorni a venire, ma possiamo facilmente immaginarlo: quanto può essere doloroso infliggere agli altri la stessa sorte che ci ha tanto devastati? Quanto può essere stato tremendo per Emma fare a suo figlio la stessa cosa che l'ha tormentata per una vita? Non oso immaginarlo. Ma è un dolore che abbiamo, comunque, avuto modo di approcciare nel finale della prima stagione, quando Emma sveglia Henry col bacio del Vero Amore nella convinzione di averlo perduto per sempre. E' dilaniante, è lacerante, è insopportabile. E non solo è un dolore che rivedo adesso, in questa scena in cui Jennifer è stata niente meno che DIVINA, ma è anche la dimostrazione del fatto che nessuno ha mai amato Emma così incondizionatamente e così testardamente quanto hanno fatto Henry e Killian. Come suo figlio le ha insegnato ad aprire gli occhi per cominciare a vedere chi fosse, Killian le ha insegnato ad accettare il suo ruolo da Salvatrice e soprattutto se stessa, restituendole una parte del suo animo che, a lungo, non si era concessa di accogliere. Sono due amori complementari e dirompenti nella loro intensita ma, soprattutto, insostituibili.E ognuno di quei sospiri, ognuno di quei singhiozzi a stento trattenuti, ognuno di quei tremolii alle labbra dinanzi alla tomba dell'uomo che ha perduto è un tributo a quell'insostituibilità e uno sfoggio elegante, come solo Emma può essere nel dolore più profondo, della promessa che gli ha fatto e ha intenzione di mantenere. Non sta tenendo tutto dentro, non sta rimettendo su l'armatura, anche se questo significa soffrire dieci, cento, mille volte di più. E gli sta dicendo addio ancora una volta, ora che la loro missione è compiuta e tutto quello che possono fare è tener fede alla parola data. E' solo che le manca.
"So che dovrei essere felice di saperti in un posto migliore, ma è che adesso sento di averti perduto davvero e di non poter più fare nulla che... Oh, mi manchi!"
Il sospiro dopo quest'ultima frase è una stilettata nel cuore. Davvero. - La scena del ricongiungimento. Che Zeus vi maledica tutti, ciurma, perché per scrivere questa recensione mi sono appena rivista queste scene all'infinito e sono più dellà che deqquà. Vorrei trovare parole sufficienti per descriverla, dalla musica alle reazioni alle espressioni, ma so che non riuscirei a trovarne di adeguate. Posso solo dire che l'improvvisazione di Jennifer di quei baci sulla guancia è stata la cosa migliore che potesse venirle in mente, perché ha dato alla scena un tocco di genuinità, di sorpresa, di dolcezza che non avremmo potuto ottenere se non avesse colto Colin di sorpresa. La cosa più bella, infatti, è quanto sia vera, lontana dagli schemi della recitazione che impongono certe movenze tanto da farle risultare sempre un po' meccaniche. Qua, la immensità sta tutta nelle capacità recitative di Jennifer che è riuscita ad improvvisare pur mantenendo il sufficiente grado di disperazione, nel sorriso meraviglioso di Colin che, nonostante tutto, si lascia trascinare e continua a recitare e nella scelta di chi di dovere di mantenere questa ripresa e non sostituirla con altre. Non li ringrazierò mai abbastanza per quello che ci hanno dato, MAI. Sappiano solo che il mio cuore è pieno di amore e gratitudine e che i Captain Swan sono stampati a fuoco nel mio animo come nient'altro potrà mai esserlo.
[Source: http://onceland.tumblr.com/]
A questo punto, credete sia normale sentirsi piena e svuotata allo stesso tempo?
Sì, sì. Effetto Captain Swan.
*sospiro*
Quanto all'episodio sulle sorelle Mills, vado abbastanza rapida perché, un po' come l'episodio di Belle, non ha aggiunto particolari dettagli alla trama, né è stato sorprendente chissà per la quale:
- Mi è piaciuta l'idea di questo incontro da bambine. E' stato tenero vederle interagire e ricoprire un ruolo piuttosto importante l'una nella vita dell'altra. Zelena, in fondo, le ha salvato la vita e Regina, se non fosse stato per la magia di Cora, non avrebbe smesso di cercare sua sorella per nulla al mondo. Dimostra una profondità di legame tra le due, ma, soprattutto, una profondità di sentimenti propria di Regina che Snow ci aveva già anticipato. Quando Regina ama, ama con l'anima, niente zone grige.
- Ho amato il fatto che abbiano deciso di recuperare il rapporto tra queste due. E' una dinamica che non si era ancora vista nello show, salvo la parentesi Elsa-Anna, e non vedo l'ora che venga esplorato. L'amore fraterno, spesso, non viene valorizzato come si deve in televisione, quando, invece, ha un'intensità su cui si potrebbe e dovrebbe giocare molto. Ad esempio, avrebbero potuto fare altrettanto tra David e James, invece di liquidare tutto in una puntata scarsa. Ma meglio di niente! Tra le due accoppiate, preferisco di certo quella Zelena-Regina, soprattutto considerando il lungo percorso che hanno fatto da che si sono incontrate e quasi ammazzate.
- Cora sull'Olimpo? Ma che siamo scemi!!! Quella donna è l'anima gemella di Gold quanto a egoismo e cattiveria. Pure col cuore nel petto, non ha fatto altro che prendere scelte egoistiche senza considerare il volere di Regina, ha tentato di somministrare una pozione all'altra sua figlia con la complicità di Regina e ha seminato il terrore nella Foresta Incantata, nel Paese delle Meraviglie e pure a Storybrooke. Aò, che vi siete fumati, l'erba pipa di Gandalf?! E io che aspettavo con ansia il momento in cui l'avrebbero fatta diventare un bel polletto arrosto con patate. Shame on you, autori! Se vi becco, quella di Cercei Lannister, in confronto, deve sembrare una sfilata da red carpet.
Penso - e mi auguro - di aver detto tutto, ragazzi.
Sono tipo cinque ore che scrivo questa recensione e il mio cervello è bello che fritto.
Fatemi sapere cosa ne pensate e se vi trovate d'accordo o meno.
A... Stasera!!!
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